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venerdì, settembre 29, 2006

Coney Island

È una mattina soleggiata quella del 13 agosto in cui i nostri due eroi si issano dal letto con la prospettiva di affrontare Coney Island e le sue attrazioni nel basso Brooklyn. Dopo un interminabile viaggio in metropolitana giungiamo finalmente a quello che è uno dei luna park più famosi al mondo: Astroland. Nei primi minuti il parco non ci sembra questo granchè, ma all’improvviso i nostri occhi attenti scorgono l’ambito Cyclone in lontananza: trattasi apparentemente di una normalissima montagna russa. Ci avviciniamo curiosi e scopriamo che è INTERAMENTE costruita in legno, compresi i binari. La struttura vista dal basso risulta cigolante e poco sicura, specie quando sentiamo passare il trenino. Che si fa? si tenta? Gente in coda ce n’è, se è famoso ci sarò un motivo…si va! Giunto il nostro turno scegliamo con cura l’ultimo vagoncino, quello che in teoria garantisce più forza centrifuga e quindi un po’ più di divertimento. Non l’avessimo mai fatto… Il trenino inizia a salire e noi due tranquilli a goderci il panorama e le due ragazze sedute davanti a noi, in apparenza ancora più disinvolte di noi. Giunti quasi in cima il sottoscritto nota una giostra carina a valle e fa per indicarla a MM sporgendo fuori il braccio. Il quell’istante il trenino giunge in cima alla salita e inizia la folle discesa a rotta di collo. Ho appena il tempo di tirare in dentro il mio braccio di scatto prima che mi venga tranciato dal cartellone CYCLONE e con le parole che mi si strozzano in gola: “hai visto quella giostra là? Deve essere una fig…. AAAAHHHHHH!!!!!!!!!!!” . Sono stati 2 minuti terrificanti, nella prima discesa ci si stacca completamente il culo dal sedile e rimaniamo agganciati al trenino solo grazie alla sbarra di sicurezza che ci poggiava sulle gambe, per i primi 15 secondi non si riesce a respirare, poi inizia un turbinio stordente di salite e discese, virate improvvise a destra e sinistra al limite delle leggi fisiche, in un raro momento di “quiete” riesco a girarmi per secondi 2 verso il mio compare e la faccia che gli vedo addosso non gliel’avevo mai vista in 15anni: l'angoscia allo stato più genuino!!! Ho pensato: se ne usciamo vivi, appena scendiamo mi salta al collo per averlo coinvolto in questa pazzia! Con nostro estremo sbigottimento notiamo le due tipe davanti a noi che se la ridono… con le mani per aria!!! E noi che abbiamo le nocche rosse fuoco da quanto le mani sono incollate alla sbarra x tenersi… Penso che nemmeno alla 20esima volta su quella montagna russa riuscirei mai a lasciare le mani libere in aria, viene istintivo trovare un punto cui aggrapparsi disperatamente!! Bè la struttura alla fine ha retto, la barra di sicurezza sopra le gambe pure, quindi scendiamo sani e salvi e ci allontaniamo con la coda tra le gambe!! Per MM sono state le montagne russe più agghiaccianti di sempre, personalmente le ho trovate pari a quelle di Las Vegas.

Dopo aver avuto bisogno di 10minuti per riprenderci arriviamo di fronte all’altra giostra che avevamo visto dall’alto del Cyclone, ma questa al confronto sembra un gioco da ragazzi. Il classico dondolo che va avanti e indietro… “non farà certo il giro completo” asserisce MM e immediatamente la giostra lo contraddice con un perfetto 360 gradi… “vabbè ma comunque non si fermerà di certo a testa in giù” ci riprova il profeta MM e puntualmente la giostra inchioda i passeggeri a testa in giù per infiniti secondi…”ok ma di sicuro quegli zampilli d’acqua che fuoriescono dal pavimento non andranno di certo a schizzare addosso alla gente che è già a testa in giù” e… manco a dirlo i poveretti si ritrovano fradici in men che non si dica… stessa fine che abbiamo fatto noi qualche minuto più tardi. Scesi da lì con la maglietta fradicia decidiamo di andare a vedere la spiaggia di coney island approfittando per asciugarci. Notiamo una partita di beachvolley in corso e ci sediamo a guardare, salvo poi renderci conto che era nientemeno che la finale del Beach Volley International Tournament of New York City. Finita quella e coi vestiti ormai asciutti, ci dirigiamo verso la metroplitana per far ritorno a Manhattan, passando prima a provare due battute nelle batting cages. Le emozioni quel giorno non ci sono mancate!!

CC