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Bei tempi... tappe di un'amicizia senza schemi

venerdì, settembre 29, 2006

Coney Island

È una mattina soleggiata quella del 13 agosto in cui i nostri due eroi si issano dal letto con la prospettiva di affrontare Coney Island e le sue attrazioni nel basso Brooklyn. Dopo un interminabile viaggio in metropolitana giungiamo finalmente a quello che è uno dei luna park più famosi al mondo: Astroland. Nei primi minuti il parco non ci sembra questo granchè, ma all’improvviso i nostri occhi attenti scorgono l’ambito Cyclone in lontananza: trattasi apparentemente di una normalissima montagna russa. Ci avviciniamo curiosi e scopriamo che è INTERAMENTE costruita in legno, compresi i binari. La struttura vista dal basso risulta cigolante e poco sicura, specie quando sentiamo passare il trenino. Che si fa? si tenta? Gente in coda ce n’è, se è famoso ci sarò un motivo…si va! Giunto il nostro turno scegliamo con cura l’ultimo vagoncino, quello che in teoria garantisce più forza centrifuga e quindi un po’ più di divertimento. Non l’avessimo mai fatto… Il trenino inizia a salire e noi due tranquilli a goderci il panorama e le due ragazze sedute davanti a noi, in apparenza ancora più disinvolte di noi. Giunti quasi in cima il sottoscritto nota una giostra carina a valle e fa per indicarla a MM sporgendo fuori il braccio. Il quell’istante il trenino giunge in cima alla salita e inizia la folle discesa a rotta di collo. Ho appena il tempo di tirare in dentro il mio braccio di scatto prima che mi venga tranciato dal cartellone CYCLONE e con le parole che mi si strozzano in gola: “hai visto quella giostra là? Deve essere una fig…. AAAAHHHHHH!!!!!!!!!!!” . Sono stati 2 minuti terrificanti, nella prima discesa ci si stacca completamente il culo dal sedile e rimaniamo agganciati al trenino solo grazie alla sbarra di sicurezza che ci poggiava sulle gambe, per i primi 15 secondi non si riesce a respirare, poi inizia un turbinio stordente di salite e discese, virate improvvise a destra e sinistra al limite delle leggi fisiche, in un raro momento di “quiete” riesco a girarmi per secondi 2 verso il mio compare e la faccia che gli vedo addosso non gliel’avevo mai vista in 15anni: l'angoscia allo stato più genuino!!! Ho pensato: se ne usciamo vivi, appena scendiamo mi salta al collo per averlo coinvolto in questa pazzia! Con nostro estremo sbigottimento notiamo le due tipe davanti a noi che se la ridono… con le mani per aria!!! E noi che abbiamo le nocche rosse fuoco da quanto le mani sono incollate alla sbarra x tenersi… Penso che nemmeno alla 20esima volta su quella montagna russa riuscirei mai a lasciare le mani libere in aria, viene istintivo trovare un punto cui aggrapparsi disperatamente!! Bè la struttura alla fine ha retto, la barra di sicurezza sopra le gambe pure, quindi scendiamo sani e salvi e ci allontaniamo con la coda tra le gambe!! Per MM sono state le montagne russe più agghiaccianti di sempre, personalmente le ho trovate pari a quelle di Las Vegas.

Dopo aver avuto bisogno di 10minuti per riprenderci arriviamo di fronte all’altra giostra che avevamo visto dall’alto del Cyclone, ma questa al confronto sembra un gioco da ragazzi. Il classico dondolo che va avanti e indietro… “non farà certo il giro completo” asserisce MM e immediatamente la giostra lo contraddice con un perfetto 360 gradi… “vabbè ma comunque non si fermerà di certo a testa in giù” ci riprova il profeta MM e puntualmente la giostra inchioda i passeggeri a testa in giù per infiniti secondi…”ok ma di sicuro quegli zampilli d’acqua che fuoriescono dal pavimento non andranno di certo a schizzare addosso alla gente che è già a testa in giù” e… manco a dirlo i poveretti si ritrovano fradici in men che non si dica… stessa fine che abbiamo fatto noi qualche minuto più tardi. Scesi da lì con la maglietta fradicia decidiamo di andare a vedere la spiaggia di coney island approfittando per asciugarci. Notiamo una partita di beachvolley in corso e ci sediamo a guardare, salvo poi renderci conto che era nientemeno che la finale del Beach Volley International Tournament of New York City. Finita quella e coi vestiti ormai asciutti, ci dirigiamo verso la metroplitana per far ritorno a Manhattan, passando prima a provare due battute nelle batting cages. Le emozioni quel giorno non ci sono mancate!!

CC

giovedì, settembre 21, 2006

In visita a Dave...

alias David il fratello di Peter avvenuta, se non erro, il giorno di Ferragosto.
Dave abita da solo in una casa magnifica della fine del XIX secolo che piano piano, con l'aiuto di 2 amici, sta rimettendo in sesto. Ovviamente ha anche un giardino enorme che fa la felicità dei suoi 2 cani: lo scatenato Rocky (mai lanciargli una pallina...tende ad approfittarsene!!) e la "discola" Cricket che, pur con una zampetta fasciata, fa sempre di testa sua!!
Giornata splendida e quindi, dopo un veloce pranzo dove, per mia grande gioia, ho scoperto la Coca Cola Black Cherry Vanille (una cosa davvero divina), si decide di andare a fare il bagno al lago ma, attenzione! portandoci dietro almeno un paio di corde... la cosa pur se oscura, si fa molto interessante.
Al lago ci arriviamo dopo un incredibile viaggetto (10 minuti) in 7 persone + 2 cani sul retro del pickup di Dave...e ovviamente dopo aver incocciato la guardia forestale che guarda mooooolto storto le nostre funi.....
Il lago è una favola, acqua immobile, caldissima con scorci veramente belli da osservare e anche tanti begli alberi a cui fissare il nostro "trampolino di lancio"!
Trovato il luogo giusto, un amico di Dave mostra a tutti la sua vera natura scimmiesca e sale in cima all'albero a fissare la corda x noi comuni sapiens sapiens...
Può sembrare una cazzata, ma invece è una vera stra-figata fare i tuffi così!!!!!!!!!!!
A seguire non potevamo esimerci dal provare il tuffo da grande altezza sull'altra sponda del lago (raggiunta a piedi nudi dopo un percorso di guerra fatto di spine, rocce taglienti e scivolose, free climbing etc etc). L'esimio CC notorio "sborone" sale subito nel punto più alto... salvo metterci quasi mezz'ora a trovare il coraggio!!!!
Per concludere degnamente l'ottimissimo pomeriggio non poteva mancare la caccia al..cane! ossia a Cricket che, non paga di avere la zampina ingessata, ha pensato bene di andare ad infrociarsi a tron di dio con grande incazzatura di Dave...
In definitiva posso dire che al pensiero che da noi il tipico pomeriggio di mare, se va bene, lo possiamo trascorrere nell'allegro carnaio di Bogliasco o similari...bhè mi viene da piangere!!!!!!!
Voglio fà l'americano!!!!

by MM

martedì, settembre 19, 2006

e infine

2 esemplari rarissimi di maschi (molto virili) di homo sapiens sapiens sapiens

istantanee dal Bronx




.............................................. " cazzo vuoi?"

lunedì, settembre 18, 2006

una giornata nel Bronx

Il 14 agosto ci svegliamo per l'ultima volta al Chelsea Star Hotel e ci apprestiamo a una lunga camminata e un'intensa giornata: ci aspettano il Bronx Zoo e lo Yankee Stadium... per me si tratta di un ritorno in entrambi i posti 17 anni dopo... gesù sorvoliamo....
Lette da qualche parte su internet le istruzioni per arrivare allo zoo, ci infiliamo in metropolitana e aspettiamo la fermata giusta per scendere, una volta scesi (siamo nel Bronx.....) non troviamo cartelli che ci indirizzino allo zoo... e allora avendo il 50% di possibilità scegliamo di andare (sempre) a destra... tempo 2 minuti di cammino titubante e cominciamo ad avvertire una strana atmosfera, l'ambiente si fa sempre più ostile e si insinua sempre più certo dentro di noi il dubbio che, ovviamente, abbiamo sbagliato strada. proprio nel momento in cui ci apprestiamo a farci tagliare la gola da qualche affabile personaggio del luogo vediamo una negoziante che, impietosita, esce dal negozio e ci fa segni che sicuramente quello che stiamo cercando è dall'altra parte!!!! basta dirlo... dietro-front e fuga immediata da quel lugubre territorio dove ci eravamo inconsciamente infilati... giungiamo finalmente allo zoo e cominciamo il giro tra cammelli, babbuini, orsi, tigri, antilopi, tarantole, obbrobri della natura e via dicendo. dopo 4ore di cammino intervallati da una scorpacciata di pollo fritto e patatine, usciamo e incontriamo i leggendari CUUULUOTA UANDOLLA, ovvero un gruppetto di cinesi che vendeva acqua (cool water one dollar) con quello slogan/slang memorabile.
Arriviamo finalmente all'ambitissimo Yankee Stadium un po' in anticipo all'appuntamento con Peter ed Erin ma il people watching da quelle parti non ti permette mai di annoiarti. La partita iniziava alle 19 e alle 18.50 c'era ancora mezzo stadio fuori che in tutta tranquillità si faceva la coda per entrare e alle 19.05 c'era ancora una marea di gente che attendeva pacifica di comprare hot dog, patatine fritte e birre nei corridoi all'interno dello stadio, come se il fatto che la partita fosse già iniziata non li turbasse minimamente. Per farla breve la serata è stata una delle migliori di tutto il viaggio, lo stadio ti lascia semplicemente a bocca aperta, l'atmosfera indescrivibile, gli Yankees superbi (quella sera hanno vinto dopo 4 sconfitte consecutive) e abbiamo imparato a venerare un nuovo idolo: Derek Jeter!!! Il mitico capitano degli Yankees e giocatore fenomenale che anche quella sera ha regalato gioie. Poco dopo le 22 la partita finisce, 7-2 per gli Yanks e L.A. Angels a casa. Indimenticabile. Let's go let's go Yankees!!!

CC

venerdì, settembre 15, 2006

estratti di Oriana - 2

Bé, il nemico non è affatto un' esigua minoranza.

E ce l' abbiamo in casa. Ce l' avevamo in casa l' 11 settembre del 2001 cioé a New York. Ce l' avevamo in casa l' 11 marzo del 2004 cioé a Madrid. Ce l' avevamo in casa l' 1, il 2, il 3 settembre del medesimo anno a Beslan dove si divertirono anche a fare il tiro a segno sui bambini che dalla scuola fuggivano terrorizzati, e di bambini ne uccisero centocinquanta. Ce l' avevamo in casa il 7 luglio scorso cioé a Londra dove i kamikaze identificati erano nati e cresciuti. Dove avevano studiato finalmente qualcosa, erano vissuti finalmente in un mondo civile, e dove fino alla sera precedente s' eran divertiti con le partite di calcio o di cricket. Ce l' abbiamo in casa da oltre trent' anni, perdio. Ed è un nemico che a colpo d' occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all' occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioé col permesso di soggiorno. Con l' automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. E' un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Tale intensità che verrebbe spontaneo gridargli: se siamo così brutti, così cattivi, così peccaminosi, perché non te ne torni a casa tua? Perché stai qui? Per tagliarci la gola o farci saltare in aria? Un nemico, inoltre, che in nome dell' umanitarismo e dell' asilo politico (ma quale asilo politico, quali motivi politici?) accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di Accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l' Olimpo Costituzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi». Un nemico che per partorire non ha bisogno della procreazione assistita, delle cellule staminali. Il suo tasso di natalità è così alto che secondo il National Intelligence Council alla fine di quest' anno la popolazione musulmana in Eurabia risulterà raddoppiata. Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all' imam (però guai se arresti l' imam).

estratti di Oriana - 1

L'Europa in guerra il nemico ce l'ha in casa.

Ora mi chiedono: «Che cosa dice, che cosa ha da dire, su quello che è successo a Londra?». Me lo chiedono a voce, per fax, per email, spesso rimproverandomi perché finoggi sono rimasta zitta. Quasi che il mio silenzio fosse stato un tradimento. E ogni volta scuoto la testa, mormoro a me stessa: cos' altro devo dire?!? Sono quattr' anni che dico. Che mi scaglio contro il Mostro deciso ad eliminarci fisicamente e insieme ai nostri corpi distruggere i nostri principii e i nostri valori. La nostra civiltà. Sono quattr' anni che parlo di nazismo islamico, di guerra all' Occidente, di culto della morte, di suicidio dell' Europa. Un' Europa che non è più Europa ma Eurabia e che con la sua mollezza, la sua inerzia, la sua cecità, il suo asservimento al nemico si sta scavando la propria tomba. Sono quattr' anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia» e mi dispero sui Danai che come nell' Eneide di Virgilio dilagano per la città sepolta nel torpore. Che attraverso le porte spalancate accolgono le nuove truppe e si uniscono ai complici drappelli. Quattr' anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte. Che come nell' Apocalisse dell' evangelista Giovanni si gettano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna.

omaggio






Ciao Oriana

Ciao Oriana... sarai sempre nei nostri cuori, grazie di quello che ci hai dato e per quello che sei stata. Senza di te il mondo perde un pezzo di coscienza e sarà un pò più cieco.
Riposa in pace

Vi sono momenti nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere morale, un imperativo categorico al quale non ci si puo' sottrarre (da "La rabbia e l'orgoglio")

CC


giovedì, settembre 14, 2006

Foto -1-

Troppo facile capire il soggetto di questa foto vero???? :-)

by M. M.

altro che linea bianca...

...il momento peggiore è stato quando mi sono accorto di aver iniziato a fissare con estremo interesse quelle sottili pezze di asfalto che si usano quando il manto stradale salta per il gelo....ed in certi punti queste pezze erano tantissime...pensate che per distrarmi ho iniziato a contare i copertoni di camion esplosi che si trovano a centinaia nelle corsie di emergenza...
D'altronde mi si erano scaricate le pile dell'ipod e il lettore mp3 di CC era troppo distante per raggiungerlo (non che nn ci abbia provato ma sembravo Willy il coyote nella puntata col boomerang...)

by M.M.

on the road - 2

Tra una cosa e l'altra arriviamo a casa di Ryan alle 23. facciamo una rapida conoscenza e, distrutti, ci mettiamo subito a letto - anzi a divano. giornata successiva spesa a salire sull'ennesima torre, la Sears Tower e a girovagare per il downtown di Chicago, rivelatasi cittadina (9 milioni di abitanti) molto vivibile e carina. verso le19.30 ripartiamo alla volta di NYC, ci aspettano circa 12/13 ore di viaggio e 1250km tutti difilati.salvo intoppi... Parte alla guida MM e in teoria io avrei il diritto/dovere di dormire almeno un paio di ore, perciò poco dopo la partenza vado in camera (il sedile posteriore), mi sdraio, maschera sugli occhi, cuscino sotto la testa, cuscino sopra la testa e... non c'è verso, non prendo sonno... si fa l'una e MM si deve fermare in quanto comincia a vedere i draghi sulla linea bianca che separa le corsie. Inizio immediatamente un self training e mi dico: ce la posso fare... tazza di caffè da 1 litro pronta all'uso e si parte, con MM già ritiratosi in camera. verso le 4 del mattino il caffè è finito, in compenso inizia l'effetto ipnosi della linea bianca per terra davanti ai miei occhi... tengo duro... mi mollo 2 ceffoni portentosi in faccia per darmi una scrollata e con quelli vado avanti ancora un pò, ma alle 5 non c'è più ceffone che tenga e accosto, risvegliando MM da un sonno profondissimo, al punto che mi chiede 10minuti per riprendersi prima di rimettersi al volante. finalmente riesco a dormire 1oretta e alle 8.30 ci fermiamo da Denny's a fare colazione...ma solo per fare qualcosa di diverso perchè più che una tazzina di cereali non riusciamo ad ingurgitare. Mi rimetto al volante io e si comincia poco dopo a intuire la skyline dell'amata Grande Mela in lontananza. arriviamo al garage della Dollar alle 12.30 spaccate, dopo 16 ore di viaggio, divelti ma felici e ottimisti perchè di lì a qualche isolato ci attende una bella ragazza a donarci un letto su cui dormire....

CC

on the road - 1

domenica 20 agosto, ore 13.15 di NYC usciamo dal garage della Dollar a bordo di una sfavillante Chrysler Sebring, cambio automatico, regolatore automatico della velocità (detto cruise control), aria condizionata, impianto radio/cd... insomma non manca nulla. scivoliamo dentro al lincoln tunnel e via verso Toronto, Canada. inizia così la nostra 72ore di auto attraverso gli States. fino a Toronto tutto ok, persino la dogana si rivela una pratica veloce. giunti a circa 12km dalla suddetta metropoli quando ormai stavamo pensando di tornare indietro di 40km dove avevamo visto l'ultimo motel abbordabile, eccoti comparire una bettola con l'insegna MOTEL appena visibile in cui ci fiondiamo speranzosi di trovare "vacancy". le finanze scarseggiano e così il sottoscritto subdolamente accetta la rata offerta per un letto matrimoniale anzichè 2 separati (belin 20$ non son mica pochi... e una notte nello stesso letto con MM una volta nella vita si può fare...;-)) ). il mattino successivo visita lampo a Toronto e CN Tower che si vanta essere la più alta del mondo e poi via di corsa verso Chicago dove ci aspetta il buon Ryan, amico ambiguo di Peter che si è offerto di ospitarci una notte.arrivo previsto ore 21, salvo intoppi. ma il primo mini intoppo ci si para davanti quando giungiamo alla dogana per rientrare negli States e finalmente (era ora!!) incontriamo il funzionario zelante che si decide a sfogliare il mio passaporto... sfoglia a destra che ti sfoglia a sinistra che ti risfoglia a destra, mi guarda e mi chiede se ho famiglia in pakistan!!! poi perchè ci sono andato, che lavoro faccio, da dove veniamo, dove andiamo, perchè andiamo, cosa ci facciamo, quanto restiamo, quando ce ne andiamo... eccheccazzo manco volesse scrivere la nostra biografia... dopo 10minuti e dopo averci fatto aprire il bagagliaio (con MM che in preda ad un panico non giustificato non riesce a far funzionare il tastino per aprirlo da dentro) finalmente ci lascia andare, pur se non molto convinto...
il secondo intoppo, decisamente più pesante, lo incontriamo improvviso in autostrada: 2 tir han pensato bene di tamponarsi e ribaltarsi bloccando tutta l'autostrada per ore (probabilmente hanno saputo che passavamo di lì noi due...). dopo 1h30m di attesa, facciamo inversione e usciamo da quell'inferno di autostrada per rientrarne qualche km più avanti, con l'autostrada dietro di noi ancora bloccata.

CC

vai contro i mostri lanciati da Vega....

per chi non lo sapesse su internet è nato un simpatico sito (www.couchsurfing.com) dove si logga una community di persone che offre ad altri couchsurfers un posto letto sicuro, caldo e confortevole a casa loro. Quale miglior occasione x noi 2 se non sperimentare il "servizio" negli ultimi 2 giorni a NYC? Ovviamente un misto di buon fiuto e fortuna ci ha portato ad accordarci con Alex, ragazza newyorkese ben disposta ad offrirci riparo. Devo ammettere che da subito il mio giudizio non fu dei migliori xkè la cara ragazza (??) oltre ad essere inguardabile in foto si professava vegana convinta..(parentesi Piero Angela: i vegani sono quelli che si astengono dal consumo di alcuni o di tutti gli alimenti di origine animale quindi: carne, pesce, crostacei, frutti di mare, pollame, uova, latte e i suoi derivati, miele e qualsiasi altro alimento di origine animale o che utilizzi sostanze di origine animale nella sua fabbricazione o composizione.). Insomma dicevo io questa è tutta pazza!!
Ma tant'è altre soluzioni non se ne vedevano e cmq dopo il terrificante viaggio Chicago-NYC qualunque posto dove poggiare le chiappe era bene accetto.
La vegana abita a Manhattan uptown (95th & 2nd dico bene cumpà?) zona a noi sconosciuta... diciamo che a prima vista le strade circostanti sembravano tutt'altro che brutte e pure il primo pezzo della sua si mantiene in media...poi però...immaginate di attraversare una barriera invisibile che vi proietta in un mondo parallelo, ebbene così accade. Ad un certo punto la strada diventa una sorta di terra di nessuno, cartacce ovunque, muri coperti di scritte e disegni, cartoni usati dai barboni la notte, brutti ceffi che si voltano a guardarti...
Arriviamo al num civico, saliamo 3 piani di scale a piedi e suoniamo alla porta pronti, dentro di noi, al peggio.
Ecco Alex che ci apre: se non avessi saputo, purtoppo, di non averne più avrei pensato che mia nonna ci stesse accogliendo a casa sua...il nostro peggio era meglio della realtà purtroppo...
Immaginatevi un donnone di 45 anni e almeno 80 chili in accappatoio con occhi cisposetti e capelli arruffati...schifo eh? Eppure lei ci è apparsa così scusandosi che si era appena svegliata e doveva ancora fare la doccia (per fortuna era solo 1 mese che ci aspettava...)
E la casa? un loculo infernale sia come temperatura che come disordine.. 2 misere stanzette letteralmente invase da ogni cosa che lei si è comprata nel corso dei 26 (!!!!!!!!!!!!!) anni in cui è vissuta lì (quando si dice il culo...)
Giuro e poi la foto lo dimostrerà che in camera sua io ho avuto serie difficoltà a vedere il pavimento.
A questo bel quadretto aggiungete un mini corridoio ricoperto di scarpe (oltre ad almeno 6/7 paia di pantofole da albergo) e un angolo cottura lindo e pulito ma ingombro di barattoli di roba immangiabile: organic coffee, organic jam, etc etc etc..
Per farla breve non abbiamo mai mangiato con lei, siamo rimasti in casa il meno possibile e le abbiamo usato internet per isolarci nei rari momenti in cui eravamo in sua compagnia...
Tra le altre cose, giusto per chiudere in bellezza, non posso non sottolineare il fatto che, proprio leggendo una discussione da lei lasciata aperta sul pc abbiamo scoperto che la tizia è bisex dall'età di 14 anni e che ha avuto rapporti con vere lesbiche che non le sono affatto dispiaciuti...
Ma tutti noi li troviamo?????

by M.M.

lunedì, settembre 11, 2006

9/11

We are all with you

9/11/2001 - 9/11/2006

GOD BLESS AMERICA

il melting pot

merita senz'altro menzione un pò della gente che popolava le nostre stanze dell'ostello di Manhattan, il mittico Chelsea Star Hotel, 300 west 30th street and 8th avenue, al fianco del quale vive perennemente un fioraio che vende principalmente rose...24h al giorno!!! Ma, vien da chiedere, ne vale la pena stare aperti 24h?!?
Insomma, non so da dove cominciare... probabilmente il più grande è stato OSAKA, sbarbatello giapponese poco più che ventenne che è stato tra quelli che ci hanno accolto al nostro arrivo (oddio proprio al nostro arrivo no dato che erano le 3 del mattino, diciamo il mattino successivo!)... amava il cibo italiano ma solo quello cucinato da cuochi giapponesi... si trovava a New York in cerca di lavoro, dopo essersi laureato al college a Washington... e posso assicurare che se ce l'hanno fatta lui, la sua brillantezza e soprattuto il suo inglese, possiamo farcela tutti noi!!! Good job Osaka, good job!!!! (intanto lui adesso se ne vive in un appartamento bollente del Queens e ha trovato lavoro a Manhattan...)
Poi c'era PYONGYANG, maledetto koreano sulla trentina che in apparenza era a NYC per lavoro e che si alzava ogni mattina alle 6, andava a fare colazione e per le 8 rientrava e attaccava col suo concerto per Zip e Sacchettini di plastica... zzzzzziiiipppp .... zzzzzaaaappppp... zzzzuuuuppppp..... frrrruuussshhhh..... frrrrraaaassshhhh.... cccrrrrsssshhhhh... stonk.. stompete... e alle 8.30 se ne usciva di nuovo per chissà quale oscura meta. Odioso casinista.
Poi c'è stata OLA.... che dire... affascinante bionda polacca poco più che ventenne che viveva e lavorava a Los Angeles ed era a NYC in vacanza. C'è stato da subito feeling e infatti siamo usciti subito tutti insieme in direzione dell'Empire State Building ma lei ha acquistato solo i biglietti per poi visitare il grattacielo più alto di Manhattan solo nei giorni successivi con gli amici che avrebbero dovuto raggiungerla. L'abbiamo rivista poi solo 10 minuti in camera quella sera stessa prima di andare a nanna... aahhh Ola!
Aggregatosi a noi in visita al ESB c'era anche COSTARICA... altro giovincello del centroamerica in visita...anzi in "tour" come lo ha chiamato lui... personaggio un pò strambo e poco loquace, ma principalmente a causa di una timidezza latente. Lui è salito sull'ESB nobiscum ma si è fermato "solo" all'86esimo piano... saggio Costarica, molto saggio...
Infine spendiamo una parola per gli AUSSIES, due scalmanati australiani (anche loro 21-23enni, insomma eravamo i nonni della stanza, se escludiamo il koreano) pieni di vita che hanno tentato (invano) di catechizzarmi all'odioso accento australiano (hauaiameeeeiiit), che erano in viaggio per il mondo da un pò di mesi e che presto avrebbero fatto tappa in Italia. Beata gioventù!!!
Molto più defilato era un ragazzino finlandese che è rimasto piuttosto anonimo tutto il tempo tanto da non meritarsi nessun soprannome e che ha compiuto il suo gesto più ecclatante quando ha chiesto in prestito uno sputo di schiuma da barba a MM x spazzolarsi via la peluria sulle gote.
Ah, quasi dimenticavo, possiamo smentire seduta stante chiunque pensi che rivedere/ritrovare qualcuno per caso girando per la Grande Mela sia facile quanto trovare un ago nel pagliaio...siamo riusciti a re-incontrare per sbaglio Osaka in un Internet point di mid-town 10 giorni dopo averlo saluto all'ostello!!!
Gran ritrovo il Chelsea Star... aspettaci di nuovo a breve.....
CC

venerdì, settembre 08, 2006

si, ma

quello già detto non basta ancora.
Il "mio" viaggio inizia ancora a Genova a causa della preoccupazione dei miei riguardo a 3 vasetti di pesto. Le voci infatti si rincorrono: chi dice che non si può portare, chi che ok si può ma pagando una mega multa, chi che mi rimanderanno indietro bollato come persona non gradita...manca solo la fucilazione.
Non faccio in tempo a staccare le chiappe da Malpensa che mi chiamano dicendo "hai sentito di Londra?" no di certo, che è successo "ma niente, solo un pò di casino, forse un allarme bomba" e io penso, tanto è a Londra!!
Ad Amsterdam seduti a mangiare un panino sentiamo l'altoparlante annunciare il divieto di trasporto liquidi nel backpack..che palle...vabbè sarà una bufala e cmq non controlleranno mica...
In coda, mentre io e C.C. ripensiamo alla II Guerra Mondiale (cazzo vorrà dire ancora nn l'ho capito...) arriva sms di mammà che dice più o meno "con il casino che è successo prendi i barattoli e buttali via!". Immaginate se questo sms fosse stato intercettato dalla polizia...vai a spiegare che i barattoli sono quelli del povero ed innocuo pesto....
Ciliegina sulla torta dopo tanto patire per sto cacchio di pesto, alla dogana del JFK il tipo mi fa: "che cibo hai?" Pesto, e lui "uhmm, pesto si, hai della carne con te?" assolutamente no! "ok allora puoi andare". MA VAFFFFFFF.....

by M.M.

giovedì, settembre 07, 2006

chi ben incomincia...

Per essere rapidi ed efficaci cominciamo subito da Amsterdam. Nel momento in cui iniziano ad imbarcarci sul volo che ci avrebbe portato a New York si scatena il putiferio. All’improvviso appare un foglietto scritto a mano e attaccato con lo scotch su un cartello presso il bancone del gate che recita: non è ammesso imbarcare alcun tipo di liquido nel bagaglio a mano. Ma che c***o vuol dire? ci chiediamo… e io lo chiedo pure a un tizio della Klm appoggiato a “loiterare” nelle vicinanze. E lui risponde… bè è per quello che è successo a Londra. E io: e cos’è successo a Londra? E lui: niente… niente di preoccupante. E io: vabbè… ma nemmeno l’acqua mi posso portare? E lui: no… pensa a quello che è successo nella seconda guerra mondiale. E io (tra me e me): ok, questo si droga…

Fatto sta che tutto quello che è liquido o pseudo-liquido viene sequestrato: acqua, medicine, vicks vaporub, dentifrici, gel per capelli etc etc… siamo riusciti a salvare solo la Novalgina perché, avevamo sentito, se su una medicina ci fosse stato scritto il proprio nome allora la medicina si poteva tenere…detto fatto… e Novalgina salva! Partiamo con un bel ritardo e quando arriviamo sopra al JFK l’aereo comincia a compiere fantastici cerchi sopra l’aeroporto… finchè il comandante si degna di avvisare che “visto che a NYC è in corso un temporale atterriamo a Newark"… vabbè contenti loro… Atterriamo con 2 ore di ritardo (cioè alle 22 passate) a Newark e nemmeno il tempo di alzarci per scendere dall’aereo che il simpatico comandante informa che dobbiamo risederci perché siamo a Newark solo per fare benzina e che tra 1 ora ri-decolliamo per il JFK!!! M.M. impallidisce, a me cascano gli ioni giù per terra e per la disperazione mi metto a sonnecchiare, lasciando M.M. alle interessantissime chiacchiere con Stephanie…Dopo un’ora e mezza finalmente si riparte… e invece che 10 minuti impieghiamo 40 minuti per arrivare al JFK. Ormai s’è fatta l’una, sbrighiamo le pratiche doganali riuscendo a salvare il pesto e il formaggio e… ci mettiamo in coda per il taxi…dopo un’attesa interminabile (avremo avuto 60/70 persone davanti a noi, ma per fortuna i taxi sono l’ultimo dei problemi della Grande Mela) riusciamo a partire e giungiamo alle 3am all’ostello…stravolti, devastati, sconvolti. Come inizio non c’è male…

CC

lui non avrà altro da aggiungere....

.... ma noi in USA ci siamo andati davvero!!!!!!!!!!!!
Ovviamente non ci siamo fatti mancare nessuna delle possibili folli imprese e situazioni che hanno contraddistinto tutti i nostri viaggi..
Basti solo far notare che al sottoscritto, dotato di discreta paura di volare, per fare un volo a/r Italia-USA sono occorsi 5 aerei, 6 partenze e 6 atterraggi... perchè?
Nei prossimi post il perchè lo si capirà facilmente, a cominciare dall'andata...

by M.M.