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Bei tempi... tappe di un'amicizia senza schemi

martedì, ottobre 24, 2006

La Ritmo e la A 112.......

Se facciamo un salto indietro di 10 anni troviamo i nostri due eroi nemmeno 20enni nel 1996. La noia dominava incontrastata e così un venerdì sera decidiamo di prendere la Lancia Delta di MM e andare a fare un puttan/froci tour. Così ci rechiamo in quel di Carignano a vedere come gira la serata. La sera lì gironzolano parecchi gay che per "adescarsi" usano 2 tattiche: una è quella di farsi un cenno d'intesa mentre si incrociano con l'auto, l'altra è quella di appostarsi parcheggiati nei dintorni e aspettare che qualche bel maschio interessante si parcheggi dietro alla proprio auto e lampeggi coi fari. (sia chiaro: tutto questo lo abbiamo scoperto semplicemente facendo due giri in quei dintorni in una sola serata!!!).
Così ignari dei rischi a cui andiamo incontro decidiamo che quel sabato ci saremmo parcheggiati davanti al parco dell'acquasola dove i "signori" consumavano i loro incontri e avremmo aspettato che qualcuno si parcheggiasse dietro di noi, ci lampeggiasse e poi saremmo partiti fingendo prima di volerci appartare e poi chiaramente premere sull'acceleratore e seminare il gay di turno. Dopo pochi minuti che siamo fermi, si posiziona dietro la Delta una Ritmo bianca guidata da un mezzo mafioso arrapato. Ci lampeggia, noi mettiamo in moto e partiamo... passiamo oltre il ponte su Via XX, continuiamo per via Corsica in direzione Corso Saffi e a quel punto decidiamo di accelerare, ci immettiamo nel corso a velocità sostenuta convinti che il mafioso avrebbe capito che si trattava di una burla e avrebbe smesso di seguirci... e invece il tizio ci viene dietro. Ci infiliamo a tutto spiano nel tunnel delle casacce e riusciamo, non so come, anche a sorpassare una macchina in una delle due bastardissime curve del tunnel, nell'ultimo mini rettilineo prima dell'uscita io guardo nello specchietto e con sgomento noto che la Ritmo continua a seguirci uscendo dalla curva a velocità folle e praticamente su due ruote!!! Usciamo a Piccapietra e voliamo verso Corvetto, su per via Assarotti e subito a destra verso il Leonardo da Vinci, poi a fionda giù per mura dello zerbino e in corso Monte Grappa. A quel punto dietro di noi la Ritmo del mafioso non c'è più e quindi rallentiamo l'andatura. In fondo a C.so Monte Grappa svoltiamo a destra verso Brignole ormai nella tranquillità più totale: lo abbiamo sicuramente seminato. Arriviamo nel tunnel di via Canevari e ci fermiamo al semaforo che è appena scattato rosso. Io, ridendo e scherzando, guardo nello specchietto e con sommo orrore vedo quasi in primo piano la faccia del mafioso che con la sua Ritmo ci sta appiccicato al culo!!! Senza nemmeno girare la testa mi rivolgo a MM: "è dietro di noi" e lui "non dire cazzate" "te lo giuro" "ma piantala, è impossibile" "cazzo girati e guarda!". Al che MM si gira, sbianca in volto e mi urla VIIIIIAAAAAAA!!!!! Sgommiamo e lasciamo il semaforo rosso alle nostre spalle in preda al panico, attraversiamo piazza delle americhe come forsennati e decidiamo di dirigerci verso la questura di piazza della vittoria. A quel punto però per fortuna la ritmo alle nostre spalle non c'è più e quindi possiamo rilassarci e dirigerci verso casa. Scontroso il mafioso!!
Qualche settimana dopo, non sazi, decidiamo di riprovarci e stavolta veniamo "agganciati" da una A112... dopo qualche centinaio di metri decidiamo come al solito di accelerare ma il tizio è un altro di quelli che non molla e con quel catorcio di auto riesce a starci dietro, arriviamo in via Ilva e davanti a noi incontriamo un camion della spazzatura che sta per ripartire dopo aver accostato a sinistra per svuotare un cassonetto occupando 3/4 della strada... di fermarsi non se ne parla nemmeno, dobbiamo infilarci a tutti i costi... per fortuna quella sera abbiamo la Y10 quindi le dimensioni sono ridotte per cui riusciamo per non so quanti cm a incunearci tra il bordo della strada e il camion che stava per ripartire ... usciti miracolosamente da quello spiraglio filiamo via convinti di aver perso per sempre l'A112 ma guardandoci dietro ci accorgiamo che, non si sa come, ma anche l'A112 è riuscita a passare!!!! Per nostra fortuna la Y10 per quanto malconcia è pur sempre più potente di un'A112 vecchia di 15 anni e in pochi secondi riusciamo a far perdere le nostre tracce definitivamente. Bè quella fu la nostra ultima volta, almeno per quanto riguarda gli inseguimenti.

CC

giovedì, ottobre 19, 2006

foto St. Grèè 6


il tunnel da cui siamo entrati la seconda volta....

foto St. Grèè 5


uno scorcio dell'interno...

foto St. Grèè 4


la tragica scala mobile...

foto St. Grèè 2


la partenza della seggiovia...

foto St. Grèè 3

la piscina...

foto St. Grèè 1


il deposito degli sci...

mercoledì, ottobre 18, 2006

Quelle volte a St. Gree....

Le missioni a St. Gree sono state due: la prima “esplorativa” e la seconda “distruttiva”. La prima risale a domenica 23 Novembre 1997: CC, MM, Azzu, Jecky e Aly. Eravamo finiti a St. Gree per appurare se fosse fattibile un capodanno lì (ma come cazzo ci sarà venuto in mente…). Fatto sta che ci imbattiamo all’improvviso in questo ex-albergo/residence ormai diroccato e abbandonato. Ovviamente si entra e lo si esplora, soprattutto visto che la finestrella è aperta e ci sta chiamando… Abbiamo speso ben 2 ore a girare lì dentro, scoprendo la reception con ancora il registro dei clienti, i rotoli per le calcolatrici e il registratore di cassa, una piscina vuota e zozza, le camere da letto con ancora materassi nuovi e fasciati di nylon, la zona ristorante con annesso forno a legna per la pizza e tonnellate di piatti di ceramica, una lunghissima scala mobile che portava al piano inferiore e un deposito per gli sci.

La seconda missione risale a domenica 1 maggio 1998 ed era composta da CC, MM, Erry, Ila, Lory, Anna e Bruno. Arriviamo e scopriamo che la magica finestrella d'ingresso era stata sprangata e così decidiamo di entrare dal lato seggiovie, passando in un tunnel mezzo allagato. Nel tragitto incontriamo una vecchissima Jeep abbandonata (il cui bocchettone della benzina io uso come water) e una vetrata enorme che attira immediatamente l’attenzione dell’Enrica la quale, in preda a evidente furia devastatrice e impugnando la mia mazza da baseball di plastica, la guarda ed esclama “figata, questa la tiro già con una mazzata!!!”. Per fortuna viene immediatamente bloccata con la mazza già in aria pronta a colpire… Appena dentro ci rendiamo conto che erano stati evidentemente iniziati dei lavori di restauro, ma la cosa di certo non ci ferma. Scoviamo nei sotterranei quella che con ogni probabilità era la discoteca, con ancora le casse e le luci colorate. Torniamo nel ristorante e giochiamo al lancio dei piatti contro il muro… poi leggiamo un cartello che parla di un supermercato e mentre ne siamo alla ricerca all’improvviso un urlo echeggia dall’alto: “Ehi voi!”. Ci si gela il sangue nelle vene, ci giriamo e in cima alla scala notiamo 2 tizi rivelatisi poi essere i direttori dei lavori. A quel punto ci facciamo prendere in massa dal panico più totale e inizia una fuga epica e collettiva verso la scala mobile. Io, che ero l’ultimo della fila, in tempo zero mi ritrovo all’inizio della scala mobile in terza posizione e nello scendere la stessa, nella trance agonistica più totale, passo letteralmente sopra all’Enrica facendola scivolare e ferirsi la gamba sui gradini della scala (ancora adesso ha una cicatrice che non perde occasione per farmi notare ogni volta che ci ritroviamo in costume a Moneglia…). Arrivati in fondo alla scala mobile ovviamente sono ormai in prima posizione e decido di svoltare a sinistra, 20 metri e sono obbligato a girare ancora a sinistra per infilare una porticina che portava alle scale per andare ai piani superiori… purtroppo però la moquette è viscida e traditrice per cui nel tentativo di “frenare” per centrare la porta mi produco in un’involontaria spaccata con cui per poco non mi spezzo in due e vado pateticamente lungo disteso per terra. A quel punto i miei diretti inseguitori non perdono un attimo a sorpassarmi e cominciano a salire le scale a quattro gradini per volta. Mentre mi divoro gli scalini con furia cieca sento provenire dal basso le urla disperate della Ila (indossava i tacchi) che piagnucola “aspettaaaatemiiiiiii vi preeeegoooooo!!!” puntualmente ignorata da tutti. Saliamo a tempo di record per 5 piani e poi iniziamo a infilarci in qualunque porta aperta ci si presenti dinnanzi fino ad arrivare davanti all’ingresso della piscina che però con nostro sgomento si rivela sbarrato da pannelli di compensato. Aiutati dalla forza della disperazione io e MM riusciamo a scardinare letteralmente un pannello e a infilarci dentro ma a quel punto veniamo raggiunti dai 2 tizi e tutti gli altri si fermano impauriti. Io e MM abbiamo la possibilità di fuggire quatti quatti ma decidiamo di tornare indietro e unirci agli altri, posando prima accuratamente la mazza da baseball in un vaso di fiori. Veniamo così redarguiti dai 2 tizi i quali però si dimostrano comprensivi e ci lasciano andare senza ulteriori provvedimenti. Cito dal blocchetto del resoconto: “nel caos generale e nel terrore collettivo c'è stata una ferita, qualche contuso, qualcuno sul punto di svenire o vomitare e uno sul punto di farsela sotto”. Che esperienza!!!

CC

mercoledì, ottobre 11, 2006

Campioni del mondo!!

è questa la prima cosa che mi viene in mente ricordando LDA...ovviamente erano i maledetti galletti che ci sfottevano durante i festeggiamenti di Capodanno (per la cronaca una delle feste migliori che mi siano capitate non fosse altro che per il tentativo di cappottamento a cui decidemmo di sottoporre i pazzi che si aggiravano in macchina...)
La seconda cosa è il ricordo indelebile dell'ultima pista, quella del "rientro"... premetto che allora ero ancora uno stolto ragazzino che armeggiava con gli sci, ma sono certo che anche con la mia amatissima tavola da snow il risultato non sarebbe stato diverso.
Come giustamente accennato dal buon vecchio CC abbiamo beccato, ovviamente, l'anno con meno neve della storia di LDA, ma in cima al comprensorio (ca. 3500 mt) tale penuria di certo si intuiva ma nn si subiva..come invece accadeva verso valle...e per la precisione sulla "nera" conclusiva..
Immagino che con un bel pò di innevamento in più, tale famigerata pista non debba affatto essere malaccio, è larga quanto basta, bella ripida con la vista che spazia su tutto il paese a valle, ma in quei giorni si trasformò in una trappola mortale, e nn sto scherzando!!
La pista Valentin si presentò come una lastra di ghiaccio uniforme e lucidissimo, pronto a mietere vittime su vittime..non mi vergogno ad ammettere che dopo 2 tentativi di curva (durante i quali non caddi solo grazie ad un'insospettata forza di gambe) mi buttai a lato pista, tra le pietre, ed iniziai a scendere a piedi.
Nel frattempo, immaginatevi l'arco di 10 minuti al massimo, vidi:
- passare a velocità folle un singolo sci ormai libero dallo scomodo passeggero
- lo scomodo passeggero che, scivolando senza controllo sul sedere, lo seguiva
- decine di persone scendere a scaletta (cadendo comunque alcune volte)

e dulcis in fundo

- un povero sciatore tagliare l'intera pista, scivolando incontrollabilmente dopo una caduta, sfiorare con la testa la base del cannone sparaneve e scomparire con un volo impressionante nel bordo pista (immagino pietroso come il mio) senza più riemergerne...

Giuro che arrivato in fondo mi tremavano le gambe....

by. MM

maledetta Les Deux Alpes

Altro posto, altro capodanno. Era il lontano dicembre 1998 quando passammo il capodanno a Les Deux Alpes, in Francia.
La trasferta era stata anticipata da una missione di avanscoperta da parte del mascia, Jecky e CC che un lunedì di dicembre si presero la briga di fare un viaggio dalla mattina alla sera fino laggiù sia per vedere com’era il posto sia per cercare qualcosa in affitto in diretta. Il paesino ci era piaciuto ma per l’affitto non concludemmo nulla in quella missione. Soltanto da Genova eravamo poi riusciti ad affittare 3 appartamenti. Anche allora la gente non mancava. Nel primo e più grosso stavamo io, Cami, Jecky, Erry e Ila. Nel secondo le due coppie Azzu+Fra e MM+Silvia. Successivamente avevano prenotato un piccolo monolocale anche Pitta e la Fra. Quell’anno è stato sfigatissimo sotto molti punti di vista, soprattutto per il sottoscritto. Già eravamo nel paese dei galletti campioni del mondo di calcio e poi siamo riusciti ad imbroccare uno dei rarissimi anni senza neve a LDA, paese noto per l’abbondanza di neve e per la bellezze delle piste. Ricordo che il primo giorno abbiamo sciato sulle pietre e poi per me il problema non si è più posto visto che mi è venuto un febbrone da cavallo che mi ha tenuto a letto fino a Capodanno.

Ricordo però che l’unico giorno che siamo andati a sciare, al ritorno a casa, mentre aspettavamo l’ascensore io appoggio i guanti su un estintore lì vicino e ovviamente ce li lascio (iniziavano i primi sintomi… e probabilmente i primi capelli bianchi…). Dopo mezzora che eravamo in casa, scopro di non averli più e corro giù dall’ascensore a recuperarli ma ahimè, è già troppo tardi, qualcuno ha pensato bene di fregarseli.

Un altro giorno eravamo a cena seduti al tavolo del soggiorno. Io faccio per alzarmi da tavola e nello strisciare indietro la mia sedia questa letteralmente mi si sfascia in mille pezzi sotto il culo e io finisco disteso per terra, tra l’ilarità generale.

Di notte nel soggiorno dove dormivano Erry & Ila faceva un freddo becco perché dalle finestre entravano spifferi paurosi e fuori eravamo sotto zero…. Una mattina ci alziamo prima delle fanciulle e entrando nel soggiorno ci scompisciamo nel vederle arrotolate tra le coperte con addosso sciarpe e guanti!!!! Ci saranno stati 15 gradi in quella stanza di notte….

E poi ovviamente la ciliegina sulla torta… un bel giorno io mi trovo in stato comatoso a letto con 40 di febbre e tutti i miei amichetti pensano bene di lasciarmi lì e andarsene a sciare. Così mi ritrovo da solo a letto e quasi impossibilitato a muovermi perché con 40 di febbre io sono praticamente sotto terra, non riesco nemmeno a parlare. Nel mezzo della giornata sorge all’improvviso un bisogno impellente… così mi decido: devo alzarmi e andare in bagno, ce la posso fare!! Per la cronaca io dormivo nel letto di sopra di un letto a castello con le doghe. Ogni tanto capitava che una doga saltasse via ma i miei colleghi me la rimettevano subito a posto per non crearmi fastidi alla schiena. Insomma che appena accenno a contrarre gli addominali per issarmi dal letto parte via la maledetta doga e io mi immobilizzo timoroso… visto che non succede nulla continuo nell’issata e all’improvviso parte via infame anche la doga affianco, il materasso s’incunea a “V” e scivola giù nel vuoto creato dalle doghe insieme al mio culo. Io in un estremo atto di coraggio riesco a piantare i gomiti ai bordi del letto rimanendo sospeso nel vuoto ed evito così di finire nel letto di sotto insieme al materasso…con uno sforzo sovrumano mi tiro fuori da quell’inferno e non so come ma trovo la forza per disfare quel letto e rifare quello affianco che era libero. A quel punto però la mia febbre deve essere salita a 42°, non ero mai stato così male prima.

Da registrare è anche la sera in cui io, Cami e Jecky architettiamo un piccolo scherzo ai danni delle coppie MM+Silvia e Pitta+Fra, risoltosi poi in un dramma totale. L’idea era semplice: Erry ed Ila avrebbero dovuto fare le oche tutta la sera flirtando con Pitta ed MM per fare ingelosire le due fidanzate. Lo scherzo sarebbe anche risultato simpatico se non fosse per la Fra che ha avuto un attacco di isteria acuta, s’è messa a sbraitare e piangere ed è corsa fuori di casa sul pianerottolo, rincorsa da Pitta che se la rideva di gusto, e non era l'unico. Non è stato facile riportare la calma quella sera…

Per fortuna il 31 dicembre la mia febbre è sensibilmente calata ed io riesco a mettermi a tavola con gli altri, a brindare e poi anche ad uscire per festeggiare la mezzanotte in piazza e persino ad aggrapparmi a un camper di passaggio e farmi trainare per qualche metro scivolando sul ghiaccio con le scarpe…

Personalmente LDA mi è rimasta qua…ci devo tornare!

CC

giovedì, ottobre 05, 2006

Sfruz... basta la parola

Il capodanno 97-98 a Sfruz, frazioncina di circa 270 abitanti nella provincia di TN, è stato uno dei più memorabili di sempre.

Grazie alla mia fidanzata di allora, troviamo una casupola a 2 piani a 20.000 lire al giorno… il gruppo era formato da me, MM, azzu, jecky, vivi, il mascia, anna, aly come base portante, poi qualche giorno dopo ci avrebbero raggiunto Erry e Ila direttamente da Firenze… in treno!!! Mitiche… ce le immaginiamo tutti a S.M.Novella a chiedere un biglietto di sola andata per Dermulo, vicino a Trento (perché il treno a Sfruz non arriva), chissà cosa avrà pensato il bigliettaio… Sta di fatto che per quanto poco ci credessimo sono veramente arrivate e si sono aggregate in casa a formare la nona e decima inquilina. Ma non basta perché poco dopo si sono aggiunti anche 3 fantasmagorici personaggi rispondenti ai nomi di Pierre, Matte G. e il Buri!!! Tre truzzetti provenienti da quel minuscolo paesino della Lombardia che è Proserpio, vicino a Erba, provincia di Como e amici dell’Aly che si sono presentati con una tamarrisima Citroen AX color amaranto. E con loro arrivammo a quota 13 persone in casa…un record!!

Insomma a parte gli antefatti non so da dove iniziare a raccontare le peripezie di quella vacanza…andando con un minimo di ordine potrei narrare di una delle tante genialate del buon Jecky… nella casa era presente una vecchia stufa a gasolio come riscaldamento ed avevamo a disposizione una tanica di gasolio che avrebbe dovuto essere sufficiente per quasi tutta la vacanza…bè il giorno dopo il nostro arrivo a un bel momento chiediamo a Jecky, che era l’addetto alla stufa, che fine avesse fatto il gasolio dato che la tanica era vuota… e lui “bè l’ho messo tutto dentro no??”, la casa è diventata una fornace e nell’aria non si distingueva più nessun odore se non quello del gasolio, del cui tanfo i cui vestiti sono rimasti impregnati per giorni anche dopo il ritorno a Zena.

Oppure come scordare quando, probabilmente il giorno stesso, prima di andare a sciare il buon Mascia ha intasato il cesso del piano di sopra…e senza buttarci dentro niente di particolare… semplicemente usandolo!!!

Ancora torna in mente la fantastica tutina da indossare sotto i vestiti da sci del buon MM… color marrone, attillata, vecchia di 18 anni…uno spettacolo vederlo vestirsi al mattino! Per non parlare del vederlo mettere la copertina di lana al motore della sua piccola Uno bianca (sempre quella!!!) la sera prima di andare a nanna…

E vogliamo parlare dell’uscita del Mascia mentre festeggia la mezzanotte col Buri… “Auguri Buri… anzi Auburi!!!!!!!!!!!!!” Siamo morti tutti quanti…

Per proseguire con la storica retromarcia effettuata da MM nella corsia d'emergenza dell'autostrada per raggiungerci all'autogrill visto che non era riuscito a svoltare in tempo ed era andato "lungo"...

Ricordo con molta meno gioia il momento dell’uscita di casa le mattine in cui andavano a sciare… mi aspettava l’incubo del tetto della Croma sopra il quale dovevo legare 8 paia di sci con lacci, laccetti e cinghie varie in quanto di porta pacchi si trattava, non di un portasci!!! La mattina ero sempre il primo ad uscire di casa con una buona ventina di minuti di anticipo sugli altri… che palle.

Per non parlare dell’ora e passa che impiegavamo tutte le mattine a raggiungere le piste da sci di Madonna di Campiglio… e pensare che ci avevano detto che erano a pochi minuti di distanza!!

E ancora... la celeberrima telefonata di MM alla sua fidanzata di allora... in chiusura... "ora stiamo andando a dormire" e lei: come? " andiamo a dormire"... come? non sento... "ho detto che vado a dormireee!!!" non ti sento... "VADO A DORMIIIIIIREEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!"... un urlo agghiaccante nel mezzo della notte che per un istante ha creato un silenzio assoluto nella casa prima che ci scompisciassimo tutti dal ridere...indelebile.

E poi arrivò la fatidica notte di capodanno… io ero ormai avvezzo alla sbornia (a base di vino ancora) e anche Sfruz non fece eccezione. Dopo aver brindato al nuovo anno in casa decidiamo di uscire, CC in preda ai fumi dell’alchol fa strada e lascia un piccolo vuoto fra sé e gli altri…. Ciondolando giù per una stradina al fianco di alcune villette poste in cime a una collinetta ad un certo punto sento sbraitare dalla porta di una di queste villette, mi giro e vedo un tizio nella semi oscurità che inveisce pesantemente nei confronti della mia presenza lì… senza che io avessi fatto nulla! A quel punto chiaramente non posso di certo, da ubriaco, farmi insultare dal primo che passa… e quindi inizio a rispondergli per le rime e a mandarlo sonoramente a fanculo… il battibecco si fa sempre più acceso e per fortuna (del tizio si intende…) intervengono Jecky, MM & co. ad allontanarmi e contemporaneamente esce dalla villetta un altro personaggio dai capelli lunghissimi a contribuire a riportare la calma. Mentre vengo allontanato da jecky…toh! mi imbatto in un gigantesco martello da muratore abbandonato chissà come lì per terra affianco al guard-rail… nemmeno a dirlo lo raccolgo subito e inizio a brandirlo dirigendomi di corsa verso il burbero che mi aveva insultato urlando slogan del tipo “vieni qua che te lo spacco in testa” e roba varia. Vengo immediatamente bloccato dai miei compari e faccio nel mentre la conoscenza di Vinicio, il personaggio dai capelli lunghi, il quale si rivela essere piuttosto amichevole (non so come sarebbe finita in caso contrario…) e ci informa che il tizio che mi insultava era palesemente ubriaco e oltre ad essere una specie di bisonte (un metro e novanta per novanta kg) era anche un capo ultrà degli Sharks, squadra di hockey su ghiaccio di Bolzano. Si ritenga solo fortunato che mi abbiano fermato con quel martello in mano…tzè!!!

Eventuali appendici le lascio a MM, la povera mia memoria fa capolinea qui.

Indimenticabile capodanno.

CC


martedì, ottobre 03, 2006

la prima volta al casinò

Correva l’anno 1997… mese di Gennaio… giorno 18, sabato. Giornata storica. Le nostre menti insane hanno ancora una volta partorito una mezza follia: vogliamo passare il sabato sera al casinò di San Remo, dormendo poi la notte a Cervo. Ma non sarà un weekend normale perché noi ci vogliamo andare in VESPA, la mia prima (e unica) vespa rossa targata Alessandria, in quanto acquistata a Novi Ligure nel dicembre 1995. Non so il perché ma partiamo a metà pomeriggio, fuori è già buio, la temperatura si aggira sui 5/6 gradi e… piove! Ma noi sì che si è uomini: si parte lo stesso, cazzo! 3h e 10min di viaggio per arrivare e che viaggio… un freddo maiale, l’asfalto viscido (soprattutto considerando di essere su una vespa) e la pioggia che, abbinata al buio, rende la visuale col parabrezza pressochè inesistente … a pensarci oggi dovrebbero darmi 1000 euro perché io faccia una cosa del genere. Bene o male riusciamo ad arrivare vivi e vegeti, tempo di cenare e poi dobbiamo andare perché a Diano Marina (che dista da Cervo appena 4,5km) ci aspetta il treno per Sanremo (45km da Cervo)… in treno un po’ perché, sebbene giovani, la schiena dopo 3 ore di vespa implora riposo e un po’ per via della pioggia che scende incessante. Alla nostra primissima volta al casinò arriviamo che è l’una e, dopo esserci fatti ammaliare dall’ambiente tutto, decidiamo di farci avvolgere dalle lunghe braccia del gioco d’azzardo…nello specifico l’entusiasmante roulette. Con nostra somma sorpresa, ci sbattono fuori alle 3.30 perché… il casinò chiude!!! E noi che avevamo fatto i conti di prendere il primo treno della mattina alle 5.12 per fare ritorno a Cervo… Insomma che ci ritroviamo in mezzo alla strada con quasi 2 ore di anticipo rispetto all’arrivo del treno. Come se non bastasse la zona della stazione si rivela essere una specie di viale delle mignotte e delle checche in quanto notiamo uno “strano” via vai di auto. Dopo aver tentato un inutile autostop per un’ora e mezza, saliamo mesti sul treno delle 5.12 e scendiamo dopo poco a Diano Marina. E l’inconveniente è dietro l’angolo: una gomma della vespa a terra…e ancora non ha smesso di piovere… cristi e madonne si sprecano, si cambia la gomma e all’alba delle 6.30 siamo sotto le coperte. Sveglia alle 13 e viaggio di ritorno col sole e l’asfalto asciutto per cui il tempo di percorrenza si riduce a 2h45min. L’unica nota positiva del weekend è stata la vincita al casinò, seppure non ecclatante: 150.000 lire CC e 50.000 lire MM. Almeno quello!!!


CC